Cos’è l’ADHD?
L’ADHD è un disturbo da deficit di attenzione e di iperattività, caratterizzato da livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività e impulsività.
È un disturbo di tipo neurobiologico, dovuto alla disfunzione di alcune aree e di alcuni circuiti del cervello ed allo squilibrio di alcuni neurotrasmettitori (come noradrenalina e dopamina), responsabili del controllo di attività cerebrali come l’attenzione e il movimento.
Secondo il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders) un bambino con ADHD può presentare:
- una manifestazione con disattenzione predominante;
- una manifestazione con iperattività/impulsività predominante;
- una manifestazione combinata.
I livelli di gravità sono tre: lieve, moderato o grave, a seconda dei sintomi presentati e della compromissione a livello sociale, scolastico o lavorativo.
Quali sono le caratteristiche dell’ADHD?
I sintomi che caratterizzano i soggetti con diagnosi di ADHD sono piuttosto chiari e definiti e includono:
- agitazione;
- impulsività;
- difficoltà ad aspettare il proprio turno;
- fatica a concentrarsi;
- forte distraibilità
Questi comportamenti tendono a comparire già intorno ai 4-5 anni, dunque in età prescolare, tuttavia non va dimenticato che, secondo i criteri del DSM-5, prima degli 8 anni di vita non è possibile fare una diagnosi di ADHD ma si parla soltanto di “Disturbo della regolazione emotiva”.
Inoltre, mentre l’iperattività tende a scomparire con l’avanzare dell’età, gli aspetti di disattenzione e impulsività spesso persistono nell’adolescenza e nell’età adulta.
Mio figlio ha l’ADHD? Come posso riconoscerlo?
I bambini con ADHD:
- hanno difficoltà a completare qualsiasi attività che richieda concentrazione;
- sembrano non ascoltare nulla di quanto viene loro detto;
- sono eccessivamente vivaci, corrono o si arrampicano, saltano sulle sedie;
- si distraggono molto facilmente;
- parlano in continuazione, rispondendo in modo irruento prima di ascoltare tutta la domanda;
- non riescono ad aspettare il proprio turno in coda o in un gruppo di lavoro;
- possono manifestare serie difficoltà di apprendimento che rischiano di farli restare indietro rispetto ai compagni di classe, con gravi ripercussioni sul loro livello di autostima.
Le cause dell’ADHD
L’ADHD è un disturbo ad eziologia multifattoriale di tipo: genetico, neuroanatomico e causato da fattori biologici acquisiti e da fattori di tipo ambientale.
La ricerca scientifica ha evidenziato l’importante ruolo ricoperto dai fattori genetici nello sviluppo dell’ADHD.
Sono state riscontrate differenti caratteristiche neurobiologiche che si traducono in un deficit nel comportamento inibitorio, nella regolazione emotiva, nel mantenimento dei livelli di attenzione e nei processi di pianificazione ed esecuzione delle risposte motorie. Queste a volte possono essere trattate con terapie farmaceutiche.
Vanno però considerate anche variabili di natura biologica che occorrono in epoca pre o perinatale e che possono implicare danni cerebrali o particolari difficoltà legate al decorso della gravidanza, al parto, oppure che possono presentarsi nella prima infanzia.
Altro ruolo importante è quello rivestito dalle interazioni conflittuali che si instaurano tra genitori e bambino, che pare influenzino il decorso di questo disturbo aumentando notevolmente la probabilità che esso si manifesti in tutta la sua gravità.
Il disturbo compromette le capacità di autocontrollo interferendo con il normale svolgimento delle comuni attività quotidiane, quali ad esempio:
- apprendimento scolastico;
- relazione con i coetanei;
- vita familiare;
- adattamento sociale.
Test Pre-diagnostico DSA
Se pensi che tuo/a figlio/a o un tuo conoscente possano avere dei sintomi riconducibili all’ADHD, è possibile utilizzare il test pre-diagnostico che ha preparato la nostra psicoterapeuta, la Dott.ssa Francesca Franzì per avere un primo rapido riscontro.
Il test, è utile precisarlo, non corrisponde ad una diagnosi.
Vai al test pre-diagnostico per ADHD.
Che differenza c’è tra Diagnosi e Certificazione?
Si definisce Diagnosi l’analisi delle abilità e il loro confronto con i parametri relativi all’età e alla classe frequentata. Attraverso una valutazione, fatta da un’equipe di neuropsichiatri infantili e psicologi, si può giungere ad una diagnosi di ADHD.
La Certificazione, invece, è un documento introdotto dalla legge 170/2010 che tutela il bambino affetto da ADHD poiché, fra l’altro, obbliga la scuola all’attivazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).
Va precisato che nei casi più gravi e per i gradi inferiori di istruzione, il soggetto con diagnosi di ADHD può avere diritto all’insegnante di sostegno che lo affianchi nel suo percorso scolastico, in base a quanto previsto dalla legge 104/92.
Chi può fare la diagnosi?
I professionisti abilitati a redigere una diagnosi di ADHD sono lo psicologo e il neuropsichiatra infantile, attraverso la raccolta anamnestica, l’osservazione diretta del comportamento del bambino nel suo contesto naturale (a casa e a scuola) e attraverso la somministrazione di test standardizzati che comprendono una valutazione del funzionamento adattivo, una valutazione del profilo intellettivo ed infine una valutazione specifica delle funzioni attentive.
Il vantaggio della certificazione
Avere una certificazione è fondamentale, innanzitutto, in ambito scolastico poiché consente ai ragazzi con ADHD la piena fruizione del proprio diritto allo studio.
Infatti, il Ministero dell’Istruzione, con la Direttiva Ministeriale 27 Dicembre 2012, ha esteso loro le misure previste dalla Legge 170/2010 per gli alunni con DSA, prevedendo quindi l’attivazione di un PDP che consentirà allo studente di avere la possibilità di usufruire di strumenti compensativi, quali, ad esempio:
- sintesi vocale;
- calcolatrice;
- mappe concettuali
e di misure dispensative che consentono allo studente di non svolgere alcune attività che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose o che non migliorano l’apprendimento.
Strategie didattiche – Qualche consiglio pratico!
Nell’ambiente scolastico può essere utile attuare alcune strategie che rendano più semplice l’apprendimento per i bambini con ADHD. Può quindi risultare utile:
- organizzare gli spazi e gestire le fonti di distrazioni;
- instaurare una routine per rendere prevedibile l’organizzazione della giornata;
- fornire istruzioni chiare e semplici;
- assicurarsi sempre del livello di attenzione del bambino prima di fornire una consegna;
- accorciare i tempi di svolgimento del compito e fare delle pause.
Conclusioni: cosa fare in caso si sospetti l’ADHD?
In conclusione, è possibile affermare sulla base degli studi scientifici che l’ADHD può essere oggi trattato con successo attraverso un approccio multimodale che combina interventi psicosociali con terapie mediche.
E’ necessario che l’intervento coinvolga, sin da subito, genitori, insegnanti e minore al fine di realizzare un programma terapeutico individualizzato e costruito “ad hoc” sui sintomi specifici e sulle aree di forza del soggetto.
Ecco gli step da seguire:
- Fare un test pre-diagnostico per ADHD;
- Chiedere una valutazione ADHD da privato o con la ASL;
- A fronte della valutazione, se positiva, viene rilasciata la diagnosi ADHD;
- Fornire la diagnosi alla scuola che segue il bambino;
- Assicurarsi che il bambino abbia tutte le figure necessarie per il suo sviluppo metacognitivo: Tutor ADHD, Psicologo e/o Logopedista;
- Richiedere la Certificazione alla Asl di competenza;
- Assicurarsi che il bambino abbia tutti gli strumenti compensativi e misure dispensative per affrontare le lezioni;
- Creare una routine e dare istruzioni precise e chiare durante lo studio e la vita quotidiana;
- Avere molta pazienza e non darsi per vinti!
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