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Autismo – La Guida Completa al Disturbo dello Spettro Autistico

  • BES

Autismo, sindrome di Asperger, spettro autistico, quanta confusione, e falsi miti sono ancora oggi alimentati da molti tabù.
A cosa ci riferiamo quando parliamo di autismo e quali sono i sintomi e le caratteristiche riconducibili a questo disturbo?
In questo articolo proveremo insieme a dipanare qualche dubbio.

Indice

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Ma cos’è l’autismo?

Il Disturbo dello Spettro Autistico o ASD (Autism Spectrum Disorder). È un disturbo del neurosviluppo a insorgenza precoce.

È caratterizzato da difficoltà nell’interazione sociale e da interessi ristretti e spesso stereotipati.

Il termine “Autismo” fu coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, che nel 1911 lo utilizzò per designare nei malati mentali adulti “l’evasione dalla realtà accompagnata dal predominio relativo o assoluto della vita interiore”.

Da allora molti sono stati gli studi, diverse le metodologie e gli approcci, alla ricerca delle cause da cui questo disturbo scaturisce.

Al momento però non se ne conosce l’eziologia, ecco perché gli unici criteri diagnostici sono basati su indicatori comportamentali definiti dal DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) e dalla ICD-11 (Classificazione Internazionale delle Malattie) redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Cosa s’intende per spettro autistico?

Il concetto di autismo ha subito nel corso di mezzo secolo notevoli modifiche.

Recentemente è avvenuto il passaggio da un’unica sindrome, che poteva variare lungo un continuum di gravità crescente, ad uno spettro di disturbi indicante manifestazioni cliniche molto diverse e associate in vario modo.

La scelta è molto innovativa perché non si diagnostica più la presenza o l’assenza di un tratto; piuttosto, si studia il disturbo in una prospettiva evolutiva, utilizzando scale di valutazione che vanno da un minimo a un massimo di gravità e intensità.

Quali sono i sintomi e i criteri diagnostici?

Non potendo risalire alle cause del disturbo, i criteri diagnostici nello spettro autistico derivano dalla sintomatologia osservabile e sono attualmente considerati i seguenti:

  • Deficit persistenti nella comunicazione e interazione sociale in differenti contesti che si manifestano attraverso:
    • Deficit nella reciprocità socioemozionale; questo varia da approcci sociali atipici e fallimenti nella normale conversazione bidirezionale, a una riduzione della condivisione di interessi, emozioni e affetti, fino alla totale mancanza di iniziativa nell’interazione sociale reciproca;
    • Deficit nella comunicazione non verbale: questo varia da una comunicazione con scarsa integrazione degli aspetti verbali e non verbali, ad anomalie nel contatto oculare e nel linguaggio corporeo, deficit nella comprensione e nell’uso della comunicazione non verbale, fino alla totale assenza di gesti ed espressioni facciali;
    • Deficit nello sviluppare e nel mantenere relazioni sociali: questo varia dalla difficoltà di modulare il comportamento nei diversi contesti sociali, alla difficoltà nel gioco immaginativo condiviso e nello sviluppare amicizie, fino all’assenza di interesse verso le altre persone.
  • Un pattern ristretto e ripetitivo di comportamenti, interessi o attività, che si manifesta in almeno due dei seguenti criteri:
    • Eloquio, movimenti motori o uso di oggetti stereotipato o ripetitivo come uso ripetitivo di oggetti o frasi;
    • Eccessiva aderenza a routine, pattern ritualizzati di comportamenti verbali o non verbali, oppure eccessiva resistenza al cambiamento, come insistenza sugli stessi percorsi o sugli stessi cibi, domande ripetitive o estremo disagio per i piccoli cambiamenti;
    • Interessi altamente ristretti e fissi, come forte attaccamento o preoccupazione per oggetti insoliti, interessi estremamente circoscritti o perseverativi;
    • Iper o iposensibilità a input sensoriali o interessi atipici per aspetti sensoriali dell’ambiente, come apparente indifferenza al dolore o al freddo, risposte evitanti a specifici suoni o aspetti tattili, eccessiva attività nell’odorare o nel toccare oggetti, fascinazione per luci o per oggetti che ruotano.

I sintomi devono essere presenti nell’infanzia, ma possono manifestarsi pienamente solo quando le richieste sociali eccedono le capacità limitate. I sintomi  compromettono il funzionamento quotidiano.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi di autismo si basa su una valutazione completa condotta da un team multidisciplinare composto da:

  • neuropsichiatra;
  • psicologo;
  • terapista della neuro psicomotricità dell’età evolutiva;
  • logopedista;
  • educatore.

Per avere un quadro il più completo possibile della situazione, la valutazione comprende interviste approfondite con i genitori o i caregiver, osservazioni dirette del comportamento del bambino e valutazioni standardizzate.

L’obiettivo è quello di stabilire il profilo del soggetto dal punto di vista cognitivo (capacità di comprensione), comunicativo (linguaggio), sociale (capacità di relazione), ed emotivo.

La diagnosi può essere eseguita dalle ASL sul territorio e non in centri privati.

Ho ottenuto la diagnosi, e adesso?

Dopo la diagnosi e la certificazione (per scoprire la differenza leggi il nostro articolo qui), viene sviluppato un piano di intervento personalizzato che prende in considerazione le esigenze specifiche del bambino.

Questo può includere interventi terapeutici, educativi e comportamentali mirati a migliorare le abilità sociali, comunicative e di adattamento del bambino in ogni ambito della sua vita, a partire da quello che più lo coinvolge al di fuori della sfera familiare: la scuola.

L’autismo e la Scuola

L’integrazione scolastica è un aspetto cruciale per qualsiasi studente, specialmente se con BES, nei quali rientra, ovviamente, anche l’autismo.

Le scuole devono quindi fornire un ambiente inclusivo che sostenga le loro esigenze fuori e dentro l’aula.

Vediamo adesso come la scuola può attuare l’inclusione e l’attuazione di una didattica personalizzata e individualizzata.

Il PEI

Il PEI, o Piano Educativo Individualizzato è un documento che identifica gli obiettivi educativi specifici a breve, medio e lungo termine per uno studente e stabilisce le strategie e le risorse necessarie per raggiungerli.

Il PEI è sviluppato in collaborazione con i genitori, gli insegnanti e altri professionisti coinvolti nell’istruzione del bambino come tutor, psicologi o logopedisti ed è fondamentale per avere una guida e una pista chiara e univoca per tutta l’equipe che ha a carico lo studente.

Per saperne di più, puoi leggere il nostro articolo dedicato al PEI.

Le figure di supporto

Il tecnico ABA

Il termine “tecnico ABA” si riferisce a un professionista specializzato nell’applicazione della scienza comportamentale denominata Applied Behavior Analysis (ABA), che in italiano si traduce come Analisi Applicata del Comportamento.

È un professionista che ha competenze specifiche nell’implementare programmi comportamentali basati sull’osservazione e l’analisi del comportamento umano, con l’obiettivo di comprendere come i comportamenti si sviluppano e influenzano l’ambiente circostante.

Il loro ruolo principale è quello di progettare e implementare interventi mirati per aiutare lo studente a sviluppare abilità sociali, comunicative, accademiche e di auto-regolazione con il fine ultimo di migliorare le sue abilità e il suo benessere complessivo.

L’OEDAC

L’Operatore Educativo per la Disabilità per l’Autonomia e la Comunicazione (OEDAC) è una figura professionale che è responsabile di fornire supporto personalizzato agli studenti con disabilità, con particolare attenzione allo sviluppo dell’autonomia e delle competenze comunicative.

L’OEDAC lavora in stretta collaborazione con gli insegnanti di sostegno, il personale scolastico e i genitori e ha, tra i vari, l’obiettivo di:

  • aiutare gli studenti a partecipare attivamente alle attività didattiche, sociali e ricreative;
  • favorire il loro sviluppo incoraggiandoli nella gestione del proprio materiale scolastico o la pianificazione del tempo;
  • implementare strategie per migliorare le abilità comunicative e monitorare e valutare il progresso degli studenti nel raggiungimento dei loro obiettivi educativi

L’insegnante di Sostegno

L’insegnante di sostegno a scuola è un docente specializzato che fornisce supporto aggiuntivo agli studenti con bisogni educativi speciali all’interno dell’ambiente scolastico.

Le responsabilità dell’insegnante di sostegno possono variare in base alle esigenze specifiche degli studenti e al contesto scolastico, ma generalmente includono:

  • fornire supporto personalizzato agli studenti con disabilità o bisogni educativi speciali (BES) durante le attività didattiche, lavorando sia in classe che in piccoli gruppi o individualmente;
  • collaborare con gli insegnanti regolari per adattare e differenziare le attività di insegnamento in modo che gli studenti con bisogni speciali possano partecipare pienamente e raggiungere i propri obiettivi di apprendimento;
  • sviluppare e implementare piani educativi individualizzati (PEI) per gli studenti con disabilità, in collaborazione con il personale scolastico e i genitori, al fine di fornire un supporto mirato e personalizzato.

Conclusioni

In conclusione, l’autismo è un disturbo complesso, è un disturbo del neurosviluppo a insorgenza precoce caratterizzato da difficoltà nell’interazione sociale e da interessi ristretti e spesso stereotipati.

Per un corretto sviluppo, è richiesto un approccio multidisciplinare per la diagnosi e l’intervento. Con il supporto adeguato da parte della famiglia, della scuola e della comunità, questi studenti possono sviluppare le loro abilità e raggiungere il loro pieno potenziale.

Di fondamentale importanza è la redazione di un PEI a scuola per avere ben chiari gli obiettivi a breve, medio e lungo termine da portare avanti in equipe scolastica composta solitamente dalle figure degli insegnanti di sostegno, tecnici ABA e OEDAC.

Concludiamo ricordando sempre che, come ogni studente con BES, pazienza, dedizione, costanza e comprensione sono le parole chiave da tenere a mente per supportare bambini e ragazzi, specialmente se con autismo.

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