disturbo-oppositivo-provocatorio-studio-didattico-iside

DOP – Il Disturbo Oppositivo Provocatorio

  • Logopedia e Psicologia

Cos’è il Disturbo Oppositivo Provocatorio? E cosa vuol dire, in generale, essere “oppositivi”? Perché questo disturbo è legato alla scuola e come comportarsi di conseguenza?

Scopriamolo insieme!

Indice

Mappa concettuale

Iscriviti alla newsletter

Cosa s’intende per oppositività?

Quando si parla di oppositività nei bambini si fa riferimento a comportamenti che si manifestano in più contesti.

Tali comportamenti includono rabbia, irritabilità, volontà di non rispettare le regole, accusa degli altri e volontà di irritare intenzionalmente gli altri.

Quali sono i sintomi?

I sintomi includono:

    • rabbia;
    • irritabilità;
    • comportamenti vendicativi od oppositivi;
    • comportamenti che mettono in discussione ciò che viene detto;
    • comportamenti provocatori e atteggiamenti di sfida, in particolare verso persone che rappresentano l’autorità (genitori, insegnanti, tutor…);
    • volontà di infrangere le regole;
    • atteggiamenti vendicativi;
    • comportamenti di accusa verso altri per i propri comportamenti scorretti e volontà di irritare gli altri.

 

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio si diagnostica in età preadolescenziale, successivamente si parla di Disturbo della Condotta.

Disturbo o caratteristica?

Molti bambini possono manifestare i comportamenti sopra elencati senza che tuttavia siano presenti i criteri per porre una diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio.

Occorre pertanto differenziare una condizione di conclamato disturbo da altre condizioni che possono presentarsi.

Ad esempio, i comportamenti sopra indicati possono essere espressione di una particolare fase evolutiva e delle problematiche legate all’affrontare l’ingresso in quella determinata fase.

Oppure ancora, potrebbe trattarsi di una manifestazione di disagio transitoria del bambino, per esempio legata a delle problematiche specifiche relative ad un determinato contesto.

Come capire se mio figlio ha un Disturbo Oppositivo Provocatorio?

Quali sono dunque i campanelli di allarme da considerare per giungere ad una tempestiva diagnosi?

È importante fare attenzione a frequenza, intensità e contesti in cui i sintomi si verificano.

Per una diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio i sintomi:

    • devono essere presenti per almeno 6 mesi in modo continuativo;
    • devono essere legati a una generale compromissione del funzionamento del bambino (sociale, scolastico, familiare);
    • devono manifestarsi in tutti i contesti di vita del bambino (es: casa, scuola, sport) e con più persone che non siano familiari (insegnanti, amici, adulti).

I falsi miti sul disturbo

Spesso si cade nell’errore di considerare un bambino che manifesta comportamenti oppositivi a scuola come un bambino con un disturbo oppositivo.

Se i comportamenti si manifestano per lo più nel contesto scolastico, ad esempio, occorrerà indagare con molta attenzione il contesto e le dinamiche che si pongono in essere al suo interno.

I comportamenti oppositivi insomma devono costituire oggetto di un’attenta analisi, poiché possono essere una fonte indispensabile di informazioni circa la qualità della relazione del bambino con i suoi contesti di vita.

Chi può diagnosticare un DOP e perché è importante la diagnosi?

È fondamentale che un Disturbo Oppositivo Provocatorio venga correttamente e tempestivamente diagnosticato e trattato con un percorso psicoterapeutico, così che la prognosi risulti essere favorevole con maggiore probabilità.

Nella scuola, a fronte di una diagnosi, può essere rilasciato il PDP con specifiche misure dispensative o strumenti compensativi.

Al contrario, se non trattato in tempo, il Disturbo Oppositivo Provocatorio ha un’evoluzione negativa, frequentemente tale disturbo può diventare infatti un Disturbo della Condotta in adolescenza.

L’accertamento diagnostico è di competenza del neuropsichiatra infantile.

Disturbo Oppositivo e la scuola

Le manifestazioni comportamentali del Disturbo Oppositivo Provocatorio lo rendono particolarmente ostico da gestire all’interno dell’ambiente scolastico.

Spesso si tratta infatti di bambini che:

    • si rifiutano di seguire le lezioni o di fare i compiti;
    • disturbano distraendo i compagni;
    • non rispettano le regole di convivenza sociale.

Capita spesso che l’insegnante si ritrovi in un situazione complessa da gestire, anche perché non sempre è possibile avvalersi di personale adeguatamente formato per venire incontro alle esigenze educative di questi bambini.

Come gestire un DOP: Consigli Pratici

Ecco ora alcuni consigli pratici e alcune cautele da rispettare.

Cosa consigliamo di fare:

    • creare un rapporto positivo e di fiducia, in modo che si senta apprezzato e capito in ogni momento;
    • puntare sulle lodi e sulle gratifiche, in modo da stimolare la sua partecipazione e il suo interesse;
    • dimostrare curiosità per le sue ragioni, interrogarlo su quello che sente e che vorrebbe esprimere, aiutarlo a discriminare le sue emozioni;
    • anche individuare e promuovere i punti di forza e le potenzialità del bambino;
    • incentivare le attività di gruppo, con lo scopo di favorire la cooperazione ed il legame affettivo significativo con il gruppo di pari;
    • definire da subito, con calma e pazienza, regole chiare che contengano il minore.

Cosa non fare:

    • attuare atteggiamenti rigidi e autoritari che hanno l’unico effetto di aumentarne l’ostilità;
    • dare per buone le critiche costruttive, non sempre in questi casi rappresentano una soluzione;
    • non alimentare l’immagine di “bambino pigro, svogliato e disturbatore”;
    • non imporre regole con semplice autoritarismo, piuttosto spiegarne le motivazioni.
  •  

Conclusioni: cosa fare in caso si sospetti un DOP?

In questo articolo abbiamo parlato del Disturbo Oppositivo Provocatorio, delle sue manifestazioni sintomatologiche e della sua differenziazione da comportamenti oppositivi che possono manifestarsi durante l’età preadolescenziale.

Abbiamo poi approfondito l’importanza di una tempestiva diagnosi e come questo disturbo si manifesta in ambito scolastico.

Infine, abbiamo approfondito le indicazioni pratiche che possono aiutare nella gestione quotidiana del disturbo.

Concludiamo elencando gli step da seguire:

    • Osservare la situazione e comunicare con altre figure di riferimento (insegnanti, tutor…);
    • Dopo 6 mesi dalla presenza di atteggiamenti oppositivi (rabbia, irritabilità…) chiedere una diagnosi per Disturbo Oppositivo Provocatorio da privato o con la ASL;
    • A fronte della valutazione, se positiva, viene rilasciata la diagnosi;
    • Fornire la diagnosi alla scuola che segue lo studente;
    • Assicurarsi che il bambino abbia tutte le figure necessarie per il suo sviluppo metacognitivo: Tutor ADHD, Psicologo e/o Logopedista;
    • Assicurarsi che il bambino abbia tutti gli strumenti compensativi misure dispensative per affrontare le lezioni;
    • Creare una routine e dare istruzioni precise e chiare durante lo studio e la vita quotidiana;
    • Con tanta pazienza, puntare a creare un rapporto positivo e di fiducia!

Hai bisogno di informazioni, di supporto psicologico o di servizi di tutoraggio?

Richiedi informazioni ad uno dei nostri tutor oppure richiedi una diagnosi.

Link copiato!

Hai trovato utile questo articolo? Condividilo

Ti potrebbe interessare

Telefono

facci uno squillo

Non riesci a chiamarci?

scrivi un messaggio