Autismo-intervista

Autismo… a tu per tu! – L’intervista con i nostri esperti

  • BES
  • DSA e ADHD
  • Scuola e mediazione

In vista della giornata internazionale dell’Autismo, abbiamo pensato di accendere un piccolo faro su questo disturbo e sul mondo ricchissimo e vario di professionisti, metodi e approcci vi gravita attorno.
Ne parliamo oggi con due professionisti del settore, che operano in due ambiti complementari fra loro: la dott.ssa Roberta Trovato, psicologa, tutor e insegnante di sostegno, e il dott. Alessandro Pesolo, accompagnatore adulto e tecnico Aba.

Indice

Iscriviti alla newsletter

 Prima di tutto, le presentazioni!

Roberta trovato studio didattico iside

R: Sono una psicologa e da qualche anno ho intrapreso anche il percorso scolastico.

Ho lavorato prima come OEPA e successivamente mi sono specializzata nel sostegno.

Il mio percorso accademico non è stato lineare: inizialmente avevo puntato sulla psicologia giuridica, ma poi ho deciso di virare verso l’ambito clinico-didattico.

Alessandro studio didattico iside

A: Mi sono laureato in scienze dell’educazione nel 2019, anche io ho iniziato il mio percorso partendo da premesse diverse, da educatore in ambito carcerario.

Successivamente alla laurea triennale ho iniziato a lavorare come OEPA e mi sono avvicinato al contesto scolastico ma soprattutto all’autismo. Ho concluso la magistrale specializzandomi proprio in questo settore.

Attualmente, lavoro come accompagnatore adulto e tecnico ABA con bambini nello spettro autistico.

Cos'è l'Autismo?

Roberta trovato studio didattico iside

R: Oggi preferiamo parlare di spettro autistico, termine con cui si vuole sottolineare l’ampia gamma di comportamenti e sintomi che possono riguardare questa patologia.

Non si hanno ancora delle risposte chiare sull’eziologia, ma possiamo definire la sindrome dello spettro autistico come un disordine neuropsichiatrico infantile che può comportare problemi anche gravi nella capacità di comunicare, di entrare in relazione con le persone e con l’ambiente.

Alessandro studio didattico iside

A: Faccio eco alla dott.ssa: stiamo parlando quindi di un deficit cognitivo, affettivo, emotivo e sensoriale.

 Che caratteristiche presenta l'autismo?

Alessandro studio didattico iside

A: Si tratta di un disturbo eterogeneo, è impossibile dare una definizione univoca o descrivere un prototipo.

In generale, si tratta di bambini che si notano rispetto agli altri studenti a sviluppo tipico o con disturbi diversi.

Nella mia esperienza personale, ho avuto modo di lavorare con un bambino che aveva molte stereotipie ed ecolalie, ripetizioni di parole e frasi prese dai cartoni animati: automaticamente, in classe cercava di riprodurle, sia verbalmente che non, perché anche il verbale viene fortificato da interessi ristretti: cartoni animati, giochi, e via dicendo.

I ragazzi nello spettro autistico si riconoscono perché restano solitamente studenti isolati nel contesto classeL’isolamento è una caratteristica del disturbo stesso, ma in più si tende a lavorare in una sezione distaccata dal resto del gruppo: il bambino con autismo si trova spesso in un banco appartato durante il lavoro didattico e anche nel momento della ricreazione o del gioco, quando c’è la pausa pranzo, si nota il distacco con il resto del gruppo classe.

Roberta trovato studio didattico iside

R: In relazione al livello di autismo diagnosticato, un bambino può essere verbale o non verbale, può avere comportamenti stereotipati o avere un basso quoziente intellettivo, o manifestare invece il cosiddetto alto funzionamento (che è una espressione oggi in disuso e non corretta).

Inoltre, tutto cambia a seconda dell’età: comportamenti auto ed etero-aggressivi, frequenti nell’infanzia, difficilmente si ritrovano in adolescenza.

Ogni esperienza è a sé: ho avuto modo di lavorare un ragazzo con un livello di autismo grave, seppur verbale: nonostante sia stato seguito sin da bambino, oggi presenta ancora parecchie stereotipie ed ecolalie; al livello comportamentale invece va piuttosto bene, è inserito nel gruppo classe, riesce a essere autonomo, prende i mezzi pubblici. Tuttavia, nella vita quotidiana presenta ancora diverse problematiche, non sa gestire il denaro, non è ancora capace di gestire gli imprevisti e, se nella sua tabella di marcia qualcosa viene scardinato, entra completamente in crisi.

 Quali sono le qualità di un buon insegnante di sostegno? 

Roberta trovato studio didattico iside

R: La risposta è banale, ma è la più vera: l’insegnante di sostegno deve essere l’empatia.

Bisogna ascoltare ciò che questi ragazzi hanno da dirci: anche dallo studente con la disabilità più grave c’è sempre tanto da imparare.

Un insegnante di sostegno deve fare questo lavoro con consapevolezza, non perché sembra più facile. Spesso molti pensano che possa essere semplice, perché il sostegno non include apparentemente le responsabilità dell’insegnante verso l’intera classe, ma in realtà non è così.

Questi ragazzi hanno ricevuto davvero un grande carico, la vita non è stata generosa con loro, non facciamo in modo di essere noi a peggiorare la situazione! Noi dobbiamo essere i facilitatori della loro vita.

 Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del sostegno a scuola?

Roberta trovato studio didattico iside

 R: La scuola è un ambiente molto strutturato che può facilitare il ragazzo con sindrome dello spettro autistico, ma il contesto stesso presenta di per sé vantaggi e svantaggi.

L’orario scolastico riduce al minimo tutti gli imprevisti, ogni tipo di rottura della routine che è motivo di insofferenza.

Allo stesso tempo però la scuola è un ambiente ricco di stimoli: i ragazzi con autismo hanno una percezione estremamente diversificata delle sensazioni, dei sentimenti, delle emozioni, e un ambiente come la scuola può renderli agitati o nervosi a causa dei suoni eccessivamente alti, della confusione, o del contesto sociale grande.

Il ragazzo può essere ben inserito nel contesto classe, perché è un ambiente familiare, ma può vivere momenti di estremo spaesamento nella ricreazione, e nelle occasioni di estrema socializzazione.

L’insegnante di sostegno allora può creare un’agenda visiva, istituire un diario di bordo, per chiarire le azioni della giornata in modo stabile, ma con margine di apertura verso l’imprevisto.

 In cosa consiste il lavoro dell'educatore a domicilio? Quali sono gli obiettivi?

Alessandro studio didattico iside

A: È un lavoro vario: ci sono momenti di lavoro strettamente a domicilio, ma come accompagnatore adulto ci sono anche occasioni di lavoro all’esterno. Si lavora a casa sia sul piano didattico sia per preparare il contesto esterno.

Per esempio, per maneggiare gli euro, si lavora prima a casa e successivamente si va in strada, al bar o al centro commerciale, e si prova ad applicare quel che il ragazzo ha appreso.

Si parte sempre dal pairing, ovvero la fase in cui si instaura un legame di fiducia con il bambino. In un caso che ho seguito, è stato necessario un periodo di pairing prolungato, in cui ho impiegato molte ore nella relazione uno a uno, per creare la fiducia grazie alla quale lavorare poi fuori casa.

È un lavoro da svolgere anche con la famiglia: un contesto familiare ostile o benevolo è un aspetto fondamentale da considerare. La fiducia ti permette di lavorare in un clima sereno e il rendimento è maggiore.

Il bambino nello spettro risente dell'ostilità della famiglia?  

Alessandro studio didattico iside

A: Una volta ho trovato ostilità da parte della famiglia di un ragazzo con un cognitivo molto basso e non verbale, perciò non ha mai espresso attivamente un disagio.

A prescindere dal contesto, comunque, nelle attività a scuola, a casa o fuori, deve esserci sempre una linea comune da seguire, non devono presentarsi incoerenze.

Se il terapista o l’insegnante di sostegno – figure professionali esperte – decide un percorso, è bene che anche in famiglia e a scuola si prosegua con lo stesso lavoro.

Anche se il ragazzo non verbalizza, se qualcosa non va lo si nota nel comportamento, perché gli input sono contrastanti e la reazione del ragazzo sarà confusa o contraddittoria.

Roberta trovato studio didattico iside

R: Anche a scuola se ne risente molto.

Se la famiglia è accogliente nei confronti dell’insegnante e gli lascia campo libero, lo studente lo percepisce.

Invece, se la famiglia è ostile, l’insegnante dovrà lavorare con un ragazzo ostile, che non accetta la nuova regola imposta o l’assegnazione del compito diverso da quello dei compagni.

 Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di lavorare come educatore a domicilio?

Alessandro studio didattico iside

A: Il vantaggio è quello di poter lavorare uno a uno senza le distrazioni del contesto scolastico, e poter catturare la sua attenzione.

Con l’autismo, ogni contesto porta in sé vantaggi e svantaggi: a casa il ragazzo si sente a suo agio, e questo favorisce la concentrazione, ma può anche aumentare le stereotipie, perché è un ambiente troppo familiare.

Uno svantaggio del lavoro a domicilio è l’assenza degli altri: per includere il bimbo nello spettro autistico nella società, ci serve l’Altro, in particolare i suoi coetanei e trovarli non è facile se non si crea una rete comunicativa importante con la comunità. Lavorare all’esterno è un lavoro a 360 gradi, che coinvolge la famiglia, la scuola, gli alunni e le rispettive famiglie.

 Come tutor didattico per studenti nello spettro, cosa ci può dire invece del supporto in uno studio?

Roberta trovato studio didattico iside

R: Il contesto studio si colloca a metà tra la scuola e la casa, perché è un ambiente familiare: il tutor non è un insegnante, è una figura più amicale, e il contesto è più piccolo.

Insisto sul rapporto tra contesto classe e contesto scuola. Lavorare in piccoli gruppi può essere molto importante e aiutare moltissimo il ragazzo con sindrome dello spettro autistico nella loro difficoltà principale, quella relazionale.

Relazionarsi in un contesto più piccolo, dove condividere l’attività didattica con uno o più coetanei, può essere per lui fonte di crescita, insegnargli la collaborazione: per la famiglia può essere davvero utile scegliere di inserire questi ragazzi in un contesto simile. Per il ragazzo è come se fosse una scuola in piccolo.

 Ci sono svantaggi del supporto in piccoli gruppi?

Roberta trovato studio didattico iside

R: L’unico svantaggio potrebbe presentarsi nel momento in cui anche lo studio diventa un ambiente troppo familiare: il rischio è che il ragazzo smetta di rispettare le regole e riproduca gli atteggiamenti stereotipati che ha a casa.

In linea generale, le stesse dinamiche che occorrono a scuola si ripropongono in tempi più ridotti anche a studio, perché è come un ambiente scolastico riprodotto in scala.

Cosa consigliereste a chi, come voi, vuole intraprendere questa carriera?

Alessandro studio didattico iside

A: Citando Rilke, direi che “pazienza è tutto”.

Bisogna avere tanta pazienza, saper rispettare i tempi del bambino ma anche gli obiettivi che da educatore ci si è prefissati.

Un altro consiglio: prepararsi tutto in anticipo.

È impossibile lavorare con i bambini con autismo improvvisando. Bisogna saper prevedere anche gli imprevisti e mantenere le promesse.

Infine, è importante anche mettersi in discussione.

Non è mai lo studente nello spettro autistico a sbagliare: se si presenta un comportamento atipico, questo è sicuramente parte del disturbo, ma spesso occorre perché noi come educatori stiamo sbagliando qualcosa, vuol dire che la nostra strategia non è propriamente corretta.

Roberta trovato studio didattico iside

R: Sono d’accordo: ci vuole tanta pazienza, anche a scuola.

Con uno studente nello spettro autistico non si può improvvisare, perché lui è sempre un passo avanti a te e ricorda tutto.

Bisogna mantenere le promesse, perché la parola detta è parola data per un ragazzo nello spettro autistico.

Non si può fare l’insegnante di sostegno nell’idea che sia un posto di lavoro sicuro. Lavorare con le disabilità regala molte gioie, ma può anche includere momenti di frustrazione e nervosismo.

A proposito di strategie, il lavoro di rete è fondamentale: agli insegnanti di sostegno consiglio di ricercare la collaborazione delle altre figure che lavorano per il ragazzo, per informarsi sul tipo di intervento e metodologia e lavorare in uniformità con le altre figure: la token economy è efficace a casa?

Proviamo ad applicarla anche a scuola!

L’insegnante di sostegno o il terapista e l’educatore a domicilio possono avere molti punti in comune e mettere in pratica le stesse strategie.

In conclusione...

Vi ringraziamo per i vostri interventi e chiarimenti: ci avete dato un importante contributo per diffondere la consapevolezza sui disturbi del neurosviluppo!

Sicuramente adesso abbiamo una visione più complessa e veritiera di ciò che significa lavorare con ragazzi e ragazze nello spettro autistico.

Il vostro contributo è stato e continua ad essere estremamente prezioso, alla prossima intervista!

Hai bisogno di informazioni o supporto didattico?

Richiedi informazioni ad uno dei nostri tutor BES oppure prenota un appuntamento.

Link copiato!

Hai trovato utile questo articolo? Condividilo

Ti potrebbe interessare

Telefono

facci uno squillo

Non riesci a chiamarci?

scrivi un messaggio