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Cos’è il CLIL?
Il termine CLIL è l’acronimo di Content and Language Integrated Learning.
Si tratta di una metodologia di insegnamento, utilizzata in Europa dalla metà degli anni Novanta, che prevede l’insegnamento di determinate discipline in lingua straniera così da permettere sia l’acquisizione di nuovi contenuti sia l’apprendimento della lingua.
Nelle lezioni CLIL la lingua straniera svolge un ruolo del tutto identico a quello della normale lingua della scuola: è un mezzo attraverso il quale si apprendono altri concetti, nozioni e competenze, per lo studente svolge un ruolo «naturale» e, di conseguenza, autentico.
La normativa
Questa metodologia è prevista dalla Legge 53 del 2003 con la quale è stato introdotto l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in una lingua straniera nell’ultimo anno dei Licei e degli Istituti Tecnici e di due discipline non linguistiche in lingua straniera nei Licei Linguistici a partire dal terzo e quarto anno.
Le quattro “C” del CLIL
L’apprendimento nel CLIL è pratico e basato sul “learning by doing”: l’attenzione non sarà rivolta alla lingua ma alle conoscenze che si possono trasmettere tramite la lingua che diventa “veicolo” per comunicare informazioni.
L’apprendimento è quindi esperienziale, basato molto di più sul compito più che sulla teoria.
Possiamo riassumere le sue caratteristiche in quattro grandi C:
- Contenuto: l’attenzione non è rivolta alla lingua ma alle conoscenze della disciplina.
- Comunicazione: si presuppone un’attività di scambio di informazioni tra docente e studenti ma anche tra pari e quindi di produzione scritta e/o orale. La lingua va valutata sia nel suo aspetto formale che nel corretto utilizzo per il raggiungimento dell’obiettivo e quindi della trasmissione di conoscenze corrette.
- Cognizione: è necessario imparare a riflettere e innescare riflessioni autonome sulla lingua in uso che determinano acquisizione linguistica.
- Cultura: spesso questo metodo permette di introdurre contenuti culturali tramite l’uso di materiali autentici provenienti da Paesi diversi.
Per quali studenti è utile il CLIL?
Il CLIL è una metodologia che, se adattata al livello dei destinatari, può essere impiegata con studenti provenienti da contesti diversi e di età differenti. É fondamentale a questo proposito tenere in considerazione la lingua materna (LM) dei discenti.
Ci sono tre diverse tipologie di studenti CLIL:
- Parlanti non italofoni, la cui LM è una lingua non autoctona (L2): potrebbe accadere che i docenti non conoscano la lingua dello studente straniero e che questo non abbia una conoscenza approfondita della L2. In questo caso la L2 non può essere utilizzata come lingua veicolare per l’insegnamento della disciplina. Quello che deriva è un apprendimento forzato delle discipline in L2. Il docente dovrà presentare materiali diversificati e semplificati a seconda delle necessità.
- Parlanti bilingui che comunicano perfettamente in due lingue (L1, L2), di cui solo una rappresenta la LM: in questo caso si prevede un sistema educativo completamente bilingue e un insegnamento veicolare in L1 e L2.
- Parlanti nativi della lingua della scuola (LM) che conoscono e studiano almeno una lingua straniera (LS): In questo caso la LS è stata studiata negli anni scolastici precedenti. Durante le lezioni CLIL si ricorrerà alla LM solo in caso di problematiche di comprensione linguistica, ne deriverà però un minor successo in LS perché gli studenti saranno tentati comunicare nella lingua che accomuna tutto il gruppo classe.
Quali materie si insegnano con il CLIL?
Non ci sono discipline da privilegiare o contenuti più adatti, più semplici; non è necessario semplificare ma piuttosto selezionare le tematiche da affrontare in classe, tenendo presente i tempi più lunghi che la metodologia CLIL può richiedere.
Tutte le discipline possono essere coinvolte ed impartite in metodologia CLIL, da quelle umanistiche a quelle matematico-scientifiche, motorie e tecnico-pratiche.
Le materie umanistiche generalmente richiedono una conoscenza più approfondita della lingua straniera per poter essere veicolate adeguatamente. Le materie scientifico-matematiche, tecnico-pratiche e motorie hanno un linguaggio generalmente più sintetico e quindi richiedono una conoscenza linguistica meno elaborata.
Non è un’esclusiva della lingua inglese: l’esclusività della lingua inglese è spesso solo dovuta alla limitata offerta formativa in altre lingue.
Quali obiettivi si prefigge il CLIL?
I principali obiettivi da raggiungere con la metodologia CLIL sono quattro:
- sviluppare la competenza linguistica e padroneggiare la lingua straniera in termini di grammatica e sintassi, ortografia, fonologia e pronuncia;
- sviluppare la competenza microlinguistica, cioè la conoscenza del lessico specialistico della disciplina scelta e le forme grammaticali ricorrenti, i tipi e i generi testuali caratterizzanti la materia;
- sviluppare la capacità di interagire oralmente utilizzando la lingua straniera come veicolo per comunicare informazioni riguardanti la disciplina;
- sviluppare flessibilità nella lingua straniera, ossia la capacità di gestire l’imprevisto, deviazioni non pianificate, di allontanarsi momentaneamente dalla scaletta della lezione.
Ma come si progettano i percorsi CLIL?
Progettare un percorso di questo tipo non è semplice, deve tenere in considerazioni molteplici aspetti per far sì che il discente acquisisca pienamente le capacità e gli obiettivi prefissati.
Vediamo assieme gli step necessari per la preparazione.
Definire gli obiettivi
Prima di tutto è fondamentale formulare chiaramente e in modo dettagliato gli obiettivi di apprendimento disciplinari e linguistici.
Questi devono essere in stretta corrispondenza con le modalità di valutazione e legati alla realizzazione del programma integrato tra disciplina e lingua.
Motivare gli studenti
Una volta scelti gli obiettivi e aver creato il sillabo tra le discipline interessate, è necessario definire accuratamente lo svolgimento delle singole lezioni, cercando di stabilire attività che siano stimolanti, interessanti e possibilmente divertenti.
Tutto questo senza dimenticarsi di annotare anche le tempistiche per ogni compito, senza lasciare troppo spazio all’improvvisazione.
Confrontarsi con i colleghi
Per la modalità CLIL è necessario che il docente di disciplina (che insegna in modalità CLIL) progetti in sinergia il percorso da intraprendere assieme al collega di LS/L2.
Scegliere il tipo di valutazione adeguata
Durante e alla fine di ogni percorso didattico è necessario attuare una valutazione delle conoscenze acquisite dagli studenti.
La valutazione CLIL è caratterizzata dai tre seguenti aspetti:
- valutazione diversificata: tiene in considerazione non solo gli esiti di apprendimento disciplinare ma anche quelli relativi alla LS;
- valutazione continua dei processi: presta attenzione non solo al prodotto finale (la verifica di fine unità/modulo) ma anche al percorso in itinere;
- forme di autovalutazione: adotta strumenti di autovalutazione al fine di rendere i discenti partecipi nel valutare il proprio percorso, stimolando la consapevolezza del proprio apprendimento.
Il Docente CLIL
Per l’ottenimento delle competenze necessarie a sviluppare percorsi CLIL in classe è stata sviluppata dall’Università Ca’ Foscari di Venezia la CeClil, la certificazione delle competenze dell’approccio CLIL, ma esistono molti altri corsi erogati da enti riconosciti dal MIUR che rilasciano crediti e certificazioni per il CLIL.
CeClil è dedicata a docenti sia di lingua che di disciplina di scuole di ogni ordine e grado.
Un insegnante CLIL certificato possiede competenze linguistiche e conosce i contenuti disciplinari, sa creare materiale didattico autentico ad hoc per i suoi studenti e propone attività diverse in base alle loro necessità, favorendo attività cooperative e limitando i momenti di lezione frontale.
CLIL, BES e DSA
Un primo aspetto da considerare è che molti alunni con Bisogni Educativi Speciali, soprattutto i DSA, fanno fatica nell’apprendimento delle lingue straniere, perché in questo tipo di apprendimento, a differenza di quanto accade in quello della lingua materna, l’input non è costante, non è ridondante.
Perciò, per le difficoltà di memorizzazione e di automatizzazione, l’apprendimento delle lingue straniere rappresenta una grande sfida per gli alunni con BES.
Il CLIL può aiutare ad apprendere la lingua straniera innanzitutto perché offre maggiori possibilità di esposizione ad essa.
Un secondo vantaggio è che in contesto CLIL la lingua straniera non è l’oggetto dell’apprendimento e quindi non è prevista un’analisi linguistica astratta. Questo è un aspetto molto importante perché alcuni alunni con BES imparano meglio una lingua straniera se questa viene proposta come mezzo di comunicazione reale e il CLIL può essere sicuramente un contesto in cui questo principio si realizza.
Il CLIL in conclusione
Ricapitoliamo tutto ciò che abbiamo detto sin qui. Il CLIL:
- È una metodologia integrata di insegnamento disciplinare dove la lingua straniera diventa veicolo di apprendimento/insegnamento;
- La focalizzazione è rivolta sui contenuti disciplinari mentre la lingua veicolare è strumento concreto per la trasmissione di informazioni;
- Può essere utilizzato in contesti diversi e con varie tipologie di studenti (stranieri, bilingui ecc.);
- Per il corretto utilizzo della metodologia CLIL i docenti possono ottenere la certificazione CeCLIL o frequentare dei corsi specialistici riconosciuti dal MIUR;
- Questo tipo di metodologia è funzionale anche agli studenti con BES e DSA in quanto permette una maggiore esposizione alla lingua straniera;
- Sviluppa negli studenti una maggiore capacità di autovalutazione del proprio apprendimento e permette di approfondire la conoscenza della lingua straniera e della microlingua disciplinare;
- Necessita di un lavoro sinergico tra il docente della disciplina e quello della lingua straniera.
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